28/3/2020

Cistite: le conseguenze della contrattura muscolare pelvica

di Rosanna Piancone

Di seguito le conseguenze della contrattura muscolare pelvica.

L’uretra resta schiacciata provocando un flusso urinario debole e difficoltoso, incompleto svuotamento della vescica e ristagno delle urine (e più le urine stazionano in vescica, maggiore sarà il tempo a disposizione dei batteri per potersi riprodurre).

La vagina, così schiacciata sarà sottoposta a maggior attrito durante i rapporti sessuali, dolore (dispareunia) e microlesioni della mucosa genitale. In queste piccole lesioni i batteri (quasi sempre  di provenienza fecale) trovano un terreno ideale per attecchire e riprodursi (una mucosa sana invece è molto meno aggredibile). Da qui le nuove colonie partono per invadere la vicina uretra risalendo fino alla vescica. Per fare tutto ciò i microrganismi hanno bisogno di un tempo che varia tra le 24 e le 72 ore. Ecco spiegato perchè la cosiddetta cistite da luna di miele (o cistite post coitale) insorge dopo uno, due o tre giorni dal rapporto.

I nervi che comandano i nostri organi uro-genitali e che trasmettono il dolore al cervello, schiacciati dai muscoli o sovrastimolati dall’infiammazione cronica, vanno in tilt e cominciano ad inviare messaggi alterati: dolore spontaneo (in assenza di reali stimoli irritativi), sensazione di vescica piena anche quando è vuota, urgenza, frequenza minzionale, prurito genitale.

Il retto schiacciato provocherà difficoltà allo svuotamento intestinale. L’accumulo di feci dure e grosse irriterà ulteriormente i nervi e la contrattura muscolare.

I vasi sanguigni pressati non consentono di portare agli organi urinari e genitali sufficiente nutrimento ed ossigeno e ciò rende questi organi sofferenti, deboli irritabili e infettabili. Inoltre i vasi sanguigni hanno la funzione di raccogliere i prodotti di scarto locali per portarli ai filtri depurativi (come il fegato per esempio). Se schiacciati non riescono più ad assolvere alla funzione di spazzini e le sostanze tossiche si accumulano a ridosso di questa diga muscolare peggiorando le condizioni dell’organo.

Capito questo è comprensibile l’inefficacia della terapia antibiotica, che combatte solo uno dei sintomi della perdita dell’equilibrio pelvico (i batteri), creando al contempo le condizioni ideali per l’instaurarsi della recidiva batterica successiva, sia urinaria, che vaginale (quasi sempre associate).

L’approccio terapeutico tradizionale è fondamentalmente demolitivo e si basa sulla distruzione dei batteri presenti in vescica ed in vagina. Ma come distrugge i patogeni, così distrugge i batteri buoni e varie cellule del nostro corpo. Un approccio più efficace deve invece essere ricostruttivo e puntare su tutti gli aspetti del circolo vizioso ormai instaurato.

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