Cannabinoidi e patologie pelviche
Quando si parla di cannabinoidi della cannabis (CBG, CBD, CBC, CBN e altri) applicati alla medicina ci si addentra in un territorio tanto inesplorato quanto promettente. Infatti gli studi recentemente portati avanti dalla comunità scientifica e dalle aziende private sugli effetti benefici di questi principi attivi naturali pongono le basi per nuove ed importanti scoperte nell’ambito delle terapie naturali, in particolare in presenza di patologie neurologiche e nel contrasto a sintomatologie dolorose persistenti. È quindi quanto mai importante e coraggioso il contributo che aziende pioniere come I Rimedi del Dr.Tili stanno apportando alla ricerca tramite la commercializzazione su larga scala di prodotti a base di cannabinoidi che rivelerà la reale efficacia dei fitocannabinoidi in presenza di patologie pelviche e dolore neuropatico cronico.
Cosa sono i cannabinoidi come il CBD e il CBG
I cannabinoidi, o cannabinoli, sono sostanze chimiche di origine naturale classificate come terpenofenoli. Sono composti accomunati dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 presenti nel nostro organismo. I recettori CB1 sono presenti in particolar modo nell’area del sistema nervoso. I recettori CB2 sono invece più abbondanti nel sistema nervoso periferico e nel sistema immunitario. Ciò è rilevante in quanto i diversi cannabinoidi si legano all’uno o all’altro recettore e ciò induce effetti sull’organismo piuttosto diversi, come vedremo in seguito.
Inizialmente si pensava che i cannabinoidi fossero presenti solo nella Cannabis sativa, ma successivamente è stata scoperta la loro presenza in altre piante, in alcuni legumi e in alcuni funghi. Ad oggi sono stati identificati una settantina di tali composti, molti dei quali ancora poco studiati. Ciò è dovuto in larga misura alla ritrosia della cultura occidentale nei confronti della Cannabis che, durante la prima metà del ‘900, ha subito un progressivo processo di messa al bando dalla maggior parte degli stati del mondo. È tuttavia importante sottolineare che fra i diversi cannabinoidi contenuti nella Cannabis, soltanto il tetraidrocannabinolo (THC) ha effetti psicotropi.
Sarebbe tuttavia inutile e controproducente negare che i fitocannabinoidi hanno effetti benefici riconosciuti sull’organismo.
Ecco alcune patologie su cui sono stati portati avanti studi per valutare l’efficacia dei cannabinoidi in fase di trattamento o con l’obiettivo di alleviarne sintomi:
- Epilessia: in sostituzione a farmaci anticonvulsivi che hanno gravi effetti collaterali.
- Disturbi psichici: in particolare per disturbi da bipolarismo, depressione e disturbo post traumatico da stress.
- Sclerosi multipla: in sostituzione ai farmaci tranquillanti ad alte dosi con rischi di letargia e dipendenza fisica.
- Glaucoma: per diminuire la pressione interna dell’occhio del 25-30% (in media).
- Staphylococcus aureus: in quanto risultati efficaci anche contro ceppi resistenti alla meticillina.
- Alzheimer: in quanto rallentano la progressione della patologia.
- Parkinson: in quanto alleviano i sintomi ed il tremore.
- Malattia di Huntington: per alleviare i sintomi e rallentare la progressione neurodegenerativa.
- Sindrome di Tourette: nel contrasto ai tic nervosi e neurologici della sindrome.
- Sclerosi laterale amiotrofica: in quanto palliativi per i sintomi.
CBD o CBG per le patologie pelviche
CBD e CBG in caso di Vulvodinia e Nevralgia del pudendo
Il cannabigerolo (CBG) è un fitocannabinoide estratto dalla Cannabis e privo di effetti psicotropi, considerato la cellula staminale della pianta. Scoperto per la prima volta nel 1964 dallo scienziato Y.Gaoni, il CBG deriva dal composto acido cannabigerolico (CBGA) ed è uno dei primi cannabinoidi che si formano nella Cannabis. Mano a mano che la pianta cresce il CBGA si trasforma in CBDA, ovvero il composto acido da cui deriva il ben più noto CBD. Come detto in precedenza questi fitocannabinoidi sono attivi sui recettori cannabinoidi CB1 e CB2. I recettori CB1 sono presenti in particolar modo nell’area del sistema nervoso centrale. I recettori CB2 sono più abbondanti nel sistema nervoso periferico e nel sistema immunitario.
Il cannabigerolo (CBG), al contrario del cannabidiolo (CBD) si lega maggiormente con i recettori CB1 ed in misura minore con i recettori CB2. Così facendo esplica le sue proprietà neuropatiche antinfiammatorie naturali e sembra in grado di proteggere dallo stress ossidativo tanto i neuroni quanto l’intero sistema nervoso. Ma non è tutto. Il CBG può interagire con i recettori della serotonina e, come gli antidepressivi, può agire sul sistema nervoso diminuendo il dolore di origine neurogena. Chi soffre di patologie come la Vulvodinia sa che spesso i ginecologi consigliano l’applicazione locale in dosi minime di farmaci antidepressivi con l’obiettivo di modulare gli impulsi nocicettivi (stimoli dolorosi) dovuti ad una condizione alterata della vulva (esterno dei genitali). Ciò innalza la soglia del dolore e diminuisce l’ipersensibilità vulvare. Il CBG sembra replicare un’azione simile a quella svolta da questi farmaci applicati localmente.
Inoltre il CBG riduce l’infiammazione limitando la produzione di cellule pro-infiammatorie.
Infine, beneficio non meno rilevante, al CBG è attribuita un’attività antimicrobica contro i batteri GRAM-negativi (tra cui l’Escherichhia coli, principale causa della cistite). Questi sono i batteri più difficili da trattare per via della parete cellulare che li rende molto resistenti. In un recente studio si è testata l’attività antibatterica contro l’MRSA (Staphylococcus Aureus Resistente alla Meticillina) dei principali fitocannabinoidi: cannabicromene (CBC), cannabidiolo (CBD), cannabigerolo (CBG), cannabinolo (CBN) e tetraidrocannabinolo (THC). I risultati ottenuti hanno mostrato che tutti i composti hanno una buona attività antibiotica naturale, ma che il CBG è il più efficace fra questi nell’inibire la formazione del biofilm batterico. Per queste ragioni il CBG è da preferirsi al CBD in presenza di patologie pelviche e dolore neuropatico cronico.