18/8/2020

Contro traumi e distorsioni prova l’efficacia dell’arnica

Traumi e distorsioni sono l’incubo di ogni sportivo e non solo: per contrastare dolore e gonfiore è possibile contare sull’efficacia di un rimedio fitoterapico derivato dall’arnica montana.

L’arnica è una pianta appartenente alla famiglia delle asteracee, cresce in zone collinari e montane ed è diffusa nella zona montuosa dell’Europa centrale, sulle Alpi e sugli Appennini. I suoi fiori sono di un giallo intenso tendente all’arancione e la fioritura ha luogo nei primi mesi estivi. In fitoterapia si usano diverse parti della pianta: il rizoma, le radici ed anche i fiori.

È detta anche “erba delle cadute” proprio grazie alle sue proprietà antiflogistiche e analgesiche.

L’arnica montana per attenuare il dolore di traumi e distorsioni

Benché le sue proprietà siano note sin dal trattato “De arboris” della monaca benedettina Hildegarda von Bingen (1098-1179) proprio come cura contro contusioni, edemi e dolori articolari, è solo nel 1500 che viene citata nei trattati medici, in particolare nel trattato del medico tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern.

L’arnica viene utilizzata per uso topico, sulla cute integra, in caso di contusioni, reumatismi, flebiti, dolori osteoarticolari, edemi da trauma. Deve la sua efficacia alla presenza di flavonoidi, triterpeni e dell’elenalina che è in grado di inibire i processi infiammatori.

L’arnica: un rimedio efficace contro distorsioni e contusioni grazie alle sue proprietà antinfiammatorie ed analgesiche

Accanto alle proprietà antiinfiammatorie vanno indicate virtù analgesiche ed antiedematose, contribuisce cioè a ridurre il dolore ed il gonfiore post traumatico.

L’arnica è indispensabile per chi fa sport, può essere utilizzata prima dell’allenamento con un massaggio tonificante per preparare i muscoli allo sforzo, oppure dopo un allenamento particolarmente intenso per donare sensazione di freschezza e leggerezza, diminuire l’azione dell’acido lattico, ridurre l’infiammazione e lenire l’indolenzimento dovuto a micro traumi, sempre possibili, per esempio, durante la corsa.

L’arnica: meglio in pomata, in gel o spray?

Esistono diverse preparazioni a base di arnica: la loro efficacia è legata alla concentrazione del principio attivo. Più la concentrazione è alta più la preparazione sarà efficace.  La quantità di principio attivo è indicata sulle confezioni per esempio di gel e pomate, che sono due delle possibili forme in cui l’arnica è disponibile. In quale forma è meglio assumerla? Dipende dalle nostre preferenze, dalla zona su cui applicarla e dal tipo di pelle. Esistono diversi tipo di preparazione, dalla tintura madre, al gel, all’unguento, alla pomata fino a formulazioni in spray.

Vediamo le differenze: la tintura madre è un estratto idroalcolico, si presenta in forma liquida, nel caso dell’arnica non deve essere utilizzata in purezza ma diluita 1:5 con acqua e non deve essere ingerita; l’unguento è una preparazione a base di olio, particolarmente adatta a pelli secche, di facile spalmabilità con un minimo contenuto d’acqua; la pomata anch’essa a base di una sostanza grassa ha una percentuale di acqua maggiore e si adatta bene a tutti i  tipi di pelle; nel gel la percentuale di agenti liquidi, di solito acqua, è molto più alta, ne conseguono un assorbimento più veloce e la riduzione di eventuali residui. Il gel solitamente restituisce un’immediata sensazione di freschezza che amplifica gli effetti analgesici ed antinfiammatori dell’arnica. Esiste anche la possibilità di utilizzare preparati di arnica spray. L’uso di questa preparazione è particolarmente agile perché non lascia residui, può essere utilizzata sopra i bendaggi, non rinuncia all’efficacia, soprattutto se la concentrazione del principio attivo è alta, ed è gradevolmente fresca.

Una curiosità: l’arnica è detta anche tabacco di montagna, o tabacco dei Vosgi, perché un tempo le sue foglie essiccate venivano utilizzate come tabacco da naso. L’arnica, a meno che non sia in preparazioni omeopatiche, prevede esclusivamente un uso esterno: ricordiamo dunque di non ingerirla mai.

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